Lo scandalo CIP6

Il fatto è stato denunciato senza molto clamore, ma la cosa va avanti dal 1992.

Le parole come truffa, raggiro, sconcio, scandalo, eccetera le ha già usate tutte Leonardo Libero, scrivendone su Energia dal Sole e su La Stampa-Tuttoscienze. Nessuno lo ha querelato e n’anche solo smentito. Perchè il fatto è vero e provato in forma ufficiale:
  • dal verbale della seduta 6/11/2003 della X^ Commissione Camera e
  • dalla relazione annuale 2004 (6/7/2004) del Presidente dell'Autorità per l'Energia.
E' noto come "caso Cip6" o lo “scandalo Cip6”

Nello stesso anno 1991 nel quale la Germania avviava il suo programma promozionale, “I 1000 tetti al fotovoltaico”, in Italia veniva approvata la legge n. 9 sul Piano Energetico Nazionale. Legge il cui articolo 22 dettava norme in materia di elettricità prodotta da “fonti rinnovabili”, ma che a quelle due parole ne aggiungeva sciaguratamente altre due: “e assimilate”1 . E la dizione “fonti rinnovabili e assimilate” era poi recepita dalla delibera n. 6/1992 del Comitato Interministeriale Prezzi – delibera oggi nota come “Cip6” – che fissava i prezzi, maggiorati, ai quali lo stato era tenuto da allora in poi a pagare l’elettricità prodotta da quelle fonti e i sovrapprezzi da imporre agli utenti elettrici a copertura di quelle maggiorazioni.

Purtroppo, fra le fonti “assimilate” è poi stato fatto passare di tutto; e soprattutto scarti di raffineria petrolifera e rifiuti non biodegradabili (gomma, plastica etc.). Al punto che le sovvenzioni a quelle fonti “sporche” sono presto diventate largamente prevalenti su quelle alle fonti “pulite”, cioè alle rinnovabili “vere”. Lo scandalo è di dominio pubblico e ha una dimensione ufficiale dal 6 novembre 2003, giorno in cui lo ha denunciato, all’unanimità, la Decima Commissione della Camera; il cui presidente, Bruno Tabacci, lo ha definito “Una tassa occulta in favore dei petrolieri” e lo ha quantificato in “60 mila miliardi di Lire”.

Dalla relazione annuale 2004 del presidente dell’Autorità per l’Energia (II^ sezione, pag. 113-117) risulta che nel solo 2003 il Gestore Nazionale della Rete ha pagato elettricità da fonti “assimilate”, cioè ripeto “sporche”, per la bellezza di 3.281,4 milioni di euro; importo pari ad oltre 10 volte i 350 milioni di dollari che il paese più ricco del mondo, gli USA, ha stanziato per i sopravvissuti all’immane disastro avvenuto nel Sud Est Asiatico.

Da quella relazione risulta anche che fra i dieci maggiori beneficiari di quella cuccagna nel 2003 c’è un’azienda partecipata dallo stato e indagata per tangenti, Enipower.

E risulta altresì che Enel Green Power ed Enel Produzione sono state nel 2003 fra le 10 aziende che più hanno goduto dei finanziamenti alle fonti rinnovabili “vere”.

Al riguardo si deve aggiungere che nel libro “Licenziare i padroni ?”, scritto nel 2003 da Massimo Mucchetti (oggi commentatore economico del Corriere della Sera) l’origine della Cip6 viene fatta risalire alla sofferta vicenda Montedison e quella delibera del Comitato Interministeriale Prezzi è definita il “frutto di un accordo scandaloso tra il Gotha del capitalismo italiano, l’Enel e il governo Amato”. Nel libro l’ “affaire” è raccontato in dettaglio e sono citati in chiaro i nomi delle aziende e delle persone coinvolte. Ebbene, neanche quella denuncia, estremamente esplicita, è valsa a far portare la cosa all’attenzione del grande pubblico; a disinsabbiarla, insomma. Nemmeno Mucchetti, che mi risulti, è stato querelato.

Dopo la denuncia né lo scandalo è cessato né la lettera ha ricevuto una risposta.

Nella relazione del 6 luglio 2004 il presidente dell'Autorità per l'Energia, Alessandro Ortis, nella sua relazione sulle attività d'istituto, ha fornito sul "caso Cip6" molte più notizie dei suoi predecessori. Ora sappiamo i nomi delle otto aziende che nel 2003 hanno prodotto da sole quasi l'85 per cento (84,3) dell’energia ritirata dal Gestore della Rete, come "assimilata", cioè superpagata coi nostri soldi ancorché "sporca". Esse sono Edison (41,2%), Sarlux Enron (10’8%), ERG (10,2%), Acea (6,3%), Foster Wheeler (5,1%), Enipower (4,3%), Apienergia (3,4%), Elettra Lucchini (3,0%). Sappiamo che l’energia Cip6 da fonte assimilata è stata nel 2003, e nei due anni precedenti, ben oltre il quadruplo di quella da fonte rinnovabile.


1Dal Glossario dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas nella Relazione Annuale 2004:
Fonti energetiche assimilate: risorse energetiche di origine fossile che, ai sensi dell’art. 1, comma 3, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, vengono assimilate alle fonti rinnovabili in virtù degli elevati rendimenti energetici (vedi Indice energetico). Secondo il disposto del provvedimento CIP n. 6/92, sono considerati impianti alimentati da fonti assimilate gli impianti di cogenerazione (vedi), gli impianti che utilizzano calore di recupero, fumi di scarico e altre forme di energia recuperabile in processi produttivi e in impianti, nonché gli impianti che utilizzano gli scarti di lavorazione e/o di processi e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte esclusivamente da giacimenti minori isolati.


Nota degli Editori:

Data l'importanza di questo argomento, forniamo un file .zip da scaricare, contenente i seguenti documenti:
  • ASPO su CIP6.doc
    Il presente articolo in versione Word.
  • Scandalo CIP6 Tabacci in Comm X.pdf
    Verbale della seduta 6/11/2003 della X^ Commissione Camera.
  • 20020605comunicato_stampa.doc
    Comunicato Stampa della Confartigianato, del 5 giugno 2002, che dimostra come l'elettricità sia la più cara in Europa e quanto nocivo sia questo per le PMI e per l'economia italiana. Si segnala la CIP6 come componente dannosa da eliminare.
  • Sezione_2.pdf
    Documento dell'Authority all'Energia sulla concorrenza e regolazione nei settori elettrici.
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