9/12/2015
La ricerca ha individuato una serie di barriere psicologiche che possono impedire alle persone di credere e di agire dopo aver ascoltato messaggi sul cambiamento climatico. Per fortuna, ha anche suggerito strategie per superare queste barriere.
Una relazione in due parti di Paul Connor, un'attivista della campagna sui cambiamenti climatici e un ricercatore in psicologia sociale all'Università di Melbourne. Tiene un blog su www.paulconnor.org.
La prima parte è stata tradotta da Dario Faccini, la seconda da Gabriele Spiteri.
Originale in inglese pubblicato su: http://www.climatecodered.org/2014/04/climate-change-communication-key.html
Di Giordano Caputo, 22/11/2015
Il presente lavoro investiga il legame tra qualità istituzionale e dipendenza da beni combustibili, dal punto di vista sia dei paesi esportatori che importatori. L’argomento che sottende l’intera tesi consta nel fatto che un ambiente istituzionale arcaico alimenta il commercio in prodotti energetici inquinanti mentre ostacola lo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili.
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Di Luca Pardi, 30/9/2015
Con un semplice modello del profilo estrattivo è facile dimostrare che nessun raddoppio della produzione di petrolio in Italia è sostenibile. Semplicemente abbiamo riserve troppo basse.
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Di Dario Zampieri
La Carbon Capture and Storage (CCS) è spesso vista come una panacea rispetto all’aumento del diossido di carbonio in atmosfera. L’idea di sequestrare sotto terra il CO2 ha indubbiamente un suo fascino psicologico, ma quanto assomiglia alla pratica di nascondere alla vista lo sporco mettendolo sotto il tappeto? Un esame della fattibilità tecnica della CCS a scala globale rivela che questa pratica è un mito, soprattutto rispetto al tempo ristretto che rimane all’umanità per rimediare alle emissioni climalteranti.
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16 giugno 2015
Traduzione in Italiano di Mirco Rossi di un'intervista a Philippe Bihouix.
Autore di L’âge des Low Tech. Vers une civilisation techniquement soutenable, l'ingegnere Philippe Bihouix mette in guardia dal crescente esaurimento delle risorse metalliche. E sottolinea che, a causa del loro bisogno di metalli rari, le nuove energie non sono una panacea: un'energia illimitata e pulita è un mito, bisogna ... risparmiare, riciclare, rilocalizzare. Una manutenzione energizzante.
http://www.reporterre.net/La-croissance-verte-est-une-mystification-absolue
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Sabato 23 Maggio, presso il Camplus Bononia a Bologna si terrà l'Assemblea annuale dei soci ASPO Italia.
In allegato la locandina.
I lavori sono aperti a tutti.
Di Gail Tverberg da Our Finite World 9/3/2015, traduzione di Massimiliano Rupalti
Per molto tempo c'è stata la convinzione che il declino dell'offerta petrolifera si verificherà in corrispondenza di alti prezzi del barile. La domanda supererà l'offerta. A me sembra che sia il contrario – il declino dell'offerta arriverà attraverso bassi prezzi del petrolio.
L'abbondanza di petrolio che stiamo vivendo ora riflette una crisi mondiale di accessibilità. A causa della mancanza di accessibilità, la domanda è depressa. Questa mancanza di domanda mantiene bassi i prezzi – al di sotto del costo di produzione di molti produttori. Se il problema dell'accessibilità non può essere risolto minaccia di far cadere il sistema scoraggiando gli investimenti nella produzione di petrolio.
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Incassata, con il decreto Sblocca Italia, la licenza di trivellazione su tutto il territorio nazionale, le Compagnie Petrolifere e i loro agenti di pubbliche relazioni, continuano la campagna di comunicazione volta a convincere l’opinione pubblica della straordinaria consistenza delle riserve petrolifere (diventate ora 700 Mtep) e delle straordinarie prospettive occupazionali (creazione di 100.000 posti di lavoro).
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Di Luca Pardi
Testo portato all'audizione del 29 settembre all'VIII Commissione (Ambiente) della Camera nell'ambito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto cosiddetto "Sblocca Italia".
In questo documento ci limiteremo a commentare il cosiddetto decreto “Sblocca Italia” nella parte che riguarda il piano di sviluppo delle risorse di idrocarburi nazionali. Non toccheremo, se non marginalmente, gli aspetti ambientali del suddetto sviluppo, certi che altre organizzazioni ambientaliste siano in grado di farlo meglio di noi, e svilupperemo invece un ragionamento quantitativo ed economico sugli idrocarburi e, in particolare, sul petrolio che è il nostro argomento statutario principale...
Di Gail Tverberg, dal blog OurFiniteWorld, 21/9/2014
Traduzione Luca Pardi, revisione Alessandro Maini
Negli ultimi tempi il prezzo del petrolio e di altre materie prime è in calo. Questa è una buona o una cattiva notizia?
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Di Dario Faccini, 5/9/2014
Un nuovo studio ci mette di fronte alla realtà dei fatti. Quella realtà che non è stata capita dagli analisti, da molti ricercatori e men che meno dai politici. L'attuale crisi non ha origine dal sistema finanziario, questi ne è solo la causa contingente. Il problema vien da molto più lontano ed è ben più pervasivo. Di certo non si può risolvere cambiando qualche regola finanziaria qua e là.
Un articolo di divulgazione sullo studio condotto dal prof. Graham Turner, “Is global collapse imminent?” (E' imminente un collasso globale?)
Parole chiave: picco, petrolio, limiti allo sviluppo, limits to growth, world3, turner, aggiornamento, crisi, modello, previsione, effetto seneca.
In allegato l'articolo completo da scaricare.
Recentemente la stampa ha riportato la notizia che il governo USA ha autorizzato l’esportazione di petrolio. Tale notizia, anche a causa della cattiva titolazione degli articoli di giornale, è diventata, nell’opinione pubblica la prova che gli Stati Uniti sono diventati esportatori di petrolio e di gas, grazie alle nuove tecniche di estrazione che vanno sotto il nome di fracking (fatturazione idraulica). Questa affermazione è priva di fondamento in quanto l’esportazione riguarda una quantità di petrolio nettamente inferiore a quella che viene costantemente importata per soddisfare il fabbisogno nazionale. Gli Stati Uniti NON SONO ESPORTATORI NETTI DI IDROCARBURI e probabilmente non lo saranno mai. Nel 2013 i consumi di petrolio negli USA ammontavano in media a più di 19 milioni di barili al giorno mentre la produzione si attestava sugli 11-12 milioni di barili al giorno. Una differenza di 7-8 milioni di barili che non potrà essere facilmente colmata.
Articolo sul Blog di ASPO Italia: "Import-Export di...propaganda".