Pillole dei Soci

Il pessimismo cosmico ha forti giustificazioni, ma non è obbligatorio
per il semplice fatto che le traiettorie dei sistemi complessi non 
possono essere predette in modo esatto e piccole modifiche delle condizioni iniziali 
modificano enormemente l'evoluzione. 

Luca Pardi, lista Risorse Globali, 12 Marzo 2015

 

il pessimismo cosmico ha forti giustificazioni, 
ma per nostra fortuna esiste anche l'effetto farfalla.
 
Modifica proposta da Claudio Della Volpe
 
La geoingegneria è quella cosa per cui si risolvono problemi
mal compresi con tecniche inesistenti. Defizione di Orlov.

Adesione ad AspoItalia

Chi può aderire ad ASPO Italia

 

Chiunque può chiedere di associarsi ad ASPO Italia. Infatti, pur essendo un'associazione scientifica, ASPO Italia è votata sia alla ricerca che alla divulgazione, tra i suoi membri e al grande pubblico.

 

Quindi se sei interessato ai temi trattati (energia, risorse minerarie e naturali, clima, ambiente, economia, tecnologia) puoi chiedere l'adesione pur senza possedere competenze specifiche. Potrai partecipare ad una comunità molto dinamica, essere inserito nelle sue vivaci discussioni su temi specifici, imparare dai soci più esperti ed approfondire gli argomenti che più ti appassionano.

 

Se hai voglia di contribuire, abbiamo bisogno di aiuto per traduzioni, segnalazioni di eventi e pubblicazioni, gestione degli strumenti web(sito, blog, facebook, twitter), revisione e scrittura di articoli per il nostro sito e il blog.

 

Infine ricorda: ogni competenza in più è per noi un arricchimento.

 

Aderire ad ASPO Italia

Per aderire è sufficiente inviare una mail di contatto ad uno dei membri del comitato direttivo (vedi sezione Organigramma) o utilizzare il modulo per i contatti che trovi qui. Successivamente verrà richiesto di presentarsi e di motivare la propria richiesta di adesione.

Una volta che la richiesta sarà stata accettata dal comitato direttivo, si dovrà pagare la quota d'iscrizione annuale ed accettare le regole del nostro statuto. Infine si verrà inseriti nelle mailing-list interne ad ASPO Italia.

Quota di iscrizione

Le quote di iscrizione per il 2025 risultano essere di
  • €30 per i soci ordinari
  • €40 per i soci sostenitori
  • €5 solamente per studenti e disoccupati

Il versamento della quota permette a chiunque di votare all'assemblea annuale.

A chi non ha ancora versato la quota 2024, si ricorda che è di 20€ per i soci ordinari e di 5€ solamente per studenti e disoccupati.

Il pagamento è eseguibile tramite bonifico ordinario con i seguenti estremi

Beneficiario: Fabio Biagini
IBAN: IT06E0538701665000042432227
Causale: QUOTA ASPO ITALIA ANNO - NOME COGNOME
Esempio: QUOTA ASPO ITALIA 2025 - MARIO ROSSI
 
In caso di difficoltà è possibile contattare il tesoriere al seguente indirizzo e-mail:
biagini.fabio (at) yahoo.com

Picco del Petrolio - Presentazione grafica

LogoIntroduzionePotete visualizzare una presentazione grafica sull'esaurimento delle risorse petrolifere cliccando sul link seguente.

Link alla presentazione   Al termine della presentazione tornerete automaticamente a questo sito.


 

LIste di posta elettronica

L'associazione ASPO gestisce due liste di posta elettronica ufficiali, con cui poter entrare in contatto con altre persone interessate e discutere delle tematiche trattate.

Risorse Globali

Nuove  Tecnologie Energetiche (NTE)

Seguendo i collegamenti si accede alle pagine principali delle liste in cui richiedere di entrare a far parte del gruppo di discussione.

I nuovi utenti sono pregati di leggere attentamente le pagine introduttive e di seguire le indicazioni riportate nel decalogo qui di seguito riportato.

 

Decalogo della buona discussione

1. impegnati per mantenere la qualità della discussione: prima di tutto riduci la quantità, sia del numero di messaggi (anche se brevi) che della lunghezza dei singolo messaggio
2. rimani contestuale al filone di discussione e soprattutto alle finalità del forum
3. scrivi al forum solo messaggi che possano interessare l'intera comunità, invia i messaggi di interesse personale solamente ai diretti interessati (astieniti da botta e risposta di insulti o di scherzi)
4. ben comunicare significa soprattutto ben ascoltare: chi dimostra di ascoltare sarà più volentieri ascoltato
5. metti da parte le manie di protagonismo e ricordati che lo scopo del forum è la crescita culturale del gruppo di discussione
6. sii empatico: un buon messaggio è quello che nasce con l'intenzione di essere letto volentieri; rifletti bene su come i destinatari possano reagire al tuo messaggio
7. non è necessario che alla fine le opinioni convergano, l'importante è un confronto costruttivo e civile
8. sii aderente ai fatti e riporta sempre i riferimenti rintracciabili da cui sono ricavate le informazioni e che provengano da fonti sufficientemente autorevoli
9. il forum può parlare di politica, è di supporto alle decisioni politiche, ma non fa politica: attieniti al rigore scientifico e all'obiettività, lasciando da parte gli interessi di parte
10. ricordati di quantificare le tue affermazioni
11. l'oggetto è tanto importante quanto il messaggio: scrivilo in modo chiaro e che richiami facilmente il contenuto del messaggio
12. sii positivo e propositivo, vedi davanti a te la soluzione di tutto, soprattutto dei disaccordi
13. leggi il tuo messaggio almeno tre volte prima di inviarlo; se sei arrabbiato, aspetta un giorno per calmarti e rileggilo per moderarlo; non alimentare l'aggressività degli interlocutori

 

 

Formazione

-in costruzione-

Aggregatore Blogs

In questa sezione sono aggregati gli articoli dei blog più rilevanti sui temi trattati da ASPO Italia.

Il Convegno ASPOItalia-2 a Torino il 3 Maggio 2008

Programma provvisorio del convegno ASPOItalia-2 che avrà luogo sabato 3 Maggio 2008 a Torino, presso la sala convegni del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (Via Giolitti 36). Ingresso gratuito.

__________________________________________________________________


Ore 9:30 -10:00 Saluti degli esponenti politici.

Introduzione al convegno

10-10:15 Luca Mercalli, la situazione climatica

10:15-10:30 Ugo Bardi, la situazione delle risorse

___________________________________________________________________


SESSIONE I (mattino)– I problemi

10:30 – 11:15 Euan Mearns - The Oil Drum. La sicurezza delle forniture di gas in Europa

11:15 – 11:45 Eugenio Saraceno (ASPO-Italia)- Il piano energetico nazionale secondo ASPO-Italia
11:45 –12:15 Luca Barillaro: Il mercato del petrolio
12:15 – 12:45 Marco Pagani (ASPO-Italia): Il Picco dei minerali

___________________________________________________________________

(13:00-14:20 – pausa pranzo)

___________________________________________________________________


SESSIONE II (pomeriggio) – Le risposte

14:20 – 14:40 Leonardo Libero (Energia dal sole). Le nuove frontiere dell’energia solare
14:40 – 15:00 Pietro Cambi (EUROZEV) – le nuove frontiere della trazione elettrica

15:30 -18:00 TAVOLA ROTONDA: La risposta umana, politica e religiosa al picco. Introduce e presiede Debora Billi (blog “Petrolio”) – Il picco del petrolio e i media
Interventi di;

- Sherif el Sebaje – Università di Torino (Islam e occidente nell'era del petrolio)

- Don Gabriele Scalmana – Il Cristiano di fronte alla crisi delle risorse

Interventi del Pubblico

La Pagina delle Leggende

Il Servizio Antibufala di ASPO-Italia

Ci sono infiniti casi di leggende che girano nel nostro spazio di conoscenza. Ci sono leggende urbane ingenue come quella che vuole che le fogne di New York siano infestate di coccodrilli ciechi, o quella che sostiene che gli ambientalisti volano in elicottero sopra i boschi di notte per lanciare vipere chiuse in sacchetti di plastica. Queste leggende sono facili da smontare, eppure persistono tenacemente. Quando poi si parla di cose scientificamente complesse, smontare le leggende diventa molto difficile. Di tanti argomenti scientifici, c'è una versione ufficiale ma anche molte altre, più o meno "sovversive". Abbiamo petrolio in abbondanza, no il petrolio sta per finire. Il riscaldamento globale è causato dall’uomo, no è causato dalle perturbazioni solari. l’AIDS è causato dal retrovirus HIV; no, il retrovirus non ha niente a che fare con la malattia. Eccetera. Come districarsi in questo oceano di leggende?

Puoi sapere di più leggendo questo articolo:

il decalogo dell'antibufala scientifica

oppure puoi ricercare tutti gli artioli del blog marcati "antibufala"

Cerca gli articoli "antibufala" sul blog di ASPO-Italia

Grazie per il tuo acquisto

La transazione è stata completata e una ricevuta è stata inviata al tuo indirizzo email.

Cordiali Saluti

ASPO Italia

ASPO Store







Archivio Newsletters

Domande Frequenti sul Picco del Petrolio

http://www.martines.org
(documento aggiornato 12 Agosto 2011)

 


Il petrolio sta per finire?

    No, c'è ancora una grande quantità di petrolio nelle viscere della Terra. Siamo però molto vicini al "picco di Hubbert", ovvero al massimo storico della capacità di estrazione.



Cos'è il picco di Hubbert?

    Il picco di Hubbert è il momento in cui l'estrazione di petrolio raggiunge il suo valore massimo. Successivamente al picco, il ritmo a cui il petrolio viene estratto inizia a decrescere progressivamente, fino ad arrivare a zero. Complessivamente, la curva di estrazione ha una forma "a campana", i cui dettagli dipendono però da numerosi fattori.



Chi è Hubbert?

    M. K. Hubbert era un geologo statunitense che lavorava nel settore petrolifero. Nel 1956, quando l'estrazione di petrolio degli Stati Uniti era in rapida crescita, sviluppò un modello sulla base del quale predisse che l'estrazione avrebbe raggiunto un massimo nel 1970, e avrebbe poi iniziato a decrescere. All'epoca questa previsione non fu presa sul serio, tuttavia la quantità di petrolio estratta giornalmente raggiunse effettivamente un massimo nel 1971. Questa previsione così accurata è stata probabilmente dovuta alle condizioni di libero mercato quasi perfette presenti negli USA, non riscontrabili in altre situazioni, tuttavia ciò che conta è il principio di base, cioè il fatto che il ritmo di estrazione di una data risorsa non rinnovabile non può aumentare all'infinito.



Perché deve esistere il picco di Hubbert?

    Perché il petrolio esiste in quantità limitata. Quindi, così come c'è stato un momento del passato in cui la sua estrazione era nulla, ci sarà un momento nel futuro in cui sarà di nuovo nulla, quando non ne sarà più rimasto da estrarre. Di conseguenza, deve esistere un momento in cui essa è massima. A seconda dell'evoluzione delle condizioni di mercato questo massimo potrà essere più o meno esteso nel tempo, o anche articolarsi in picchi successivi, ma è inevitabile che da un certo punto in poi il ritmo di estrazione inizi a decrescere in maniera irreversibile. E' quanto, ad esempio, sta accadendo con la produzione di petrolio nel Mare del Nord, che ha raggiunto il picco nell'anno 2000.



Ma il petrolio non si riforma continuamente negli strati profondi della Terra?

    No. Anche se un piccolo gruppo di scienziati continua a pensare che il petrolio sia stato generato durante i primi istanti di formazione del nostro pianeta, la stragrande maggioranza della comunità scientifica ritiene che il petrolio e tutti i cosiddetti combustibili fossili, come il carbone, il metano, ecc., siano stati originati dalla trasformazione di grandi quantità di materiale vivente sedimentato e decomposto nella profondità della Terra.


Come si determina il momento del picco?

    Esistono modelli più o meno complessi. Una regola semplice e approssimata, che sembra funzionare piuttosto bene, è che, per una data regione geografica, il picco si verifica quando è stata estratta metà di tutta la risorsa disponibile. Tuttavia, è difficile stimare con esattezza le risorse, per cui esiste una notevole incertezza nelle stime del picco.



Quanto petrolio è stato estratto finora, e quanto ne rimane da estrarre?

    Le stime sulle risorse petrolifere sono incerte, ma si ritiene che la quantità totale di petrolio che esisteva sulla terra prima che cominciassimo a estrarlo ammontasse a circa duemila miliardi di barili. Di questi, fino ad oggi ne abbiamo estratti circa mille, ovvero circa la metà.



Quando avverrà il picco?

    Ci sono molteplici stime sulla data del picco. In generale, la maggior parte sono centrate sui primi due decenni del ventunesimo secolo; con alcuni, più ottimisti, che vedono il picco verso il 2030 o anche oltre. E' molto difficile prevedere una data, perché il sistema di estrazione cerca di compensare l'esaurimento impiegando sempre più risorse nell'estrazione. Quello che possiamo dire con certezza è che la fase storica di continuo aumento della produzione petrolifera che perdura da circa un secolo e mezzo, si è interrotta nel 2004. Da quella data, abbiamo visto una stasi produttiva che perdura ancora oggi.  E' possibile che vedremo a breve una riduzione nella quantità estratta entro tempi abbastanza brevi. Se questo si verificherà, saranno confermate le interpretazioni di ASPO che vedevano il picco situarsi fra il 2005-2010. In ogni caso, la data precisa del picco non ha molta importanza; quello che sta già accadendo è che l'esaurimento progressivo sta già causando aumenti dei prezzi che mettono in difficoltà l'economia. .



Come fate a essere sicuri che, con gli sviluppi della tecnologia, non si trovino nuovi grandi giacimenti, aumentando la quantità di petrolio ancora da estrarre e posticipando la data del picco?

    La certezza non esiste. Tuttavia, è risaputo che le scoperte di nuovi giacimenti sono in calo dagli anni '60. In effetti, dal 1985 circa la quantità di petrolio consumato ogni anno è superiore a quella di nuovo petrolio scoperto, e il divario tra le due si allarga sempre più.



Però attualmente si riesce ad estrarre solo una parte del petrolio presente nei giacimenti. Certamente i miglioramenti tecnologici renderanno possibile in futuro sfruttare le riserve esistenti in modo più completo.

    E' possibile, ma i costi sono sempre più alti e questo pone un limite fisico alla frazione del petrolio presente in un giacimento che può essere estratta, dato dalla quantità di energia necessaria per estrarlo. All'inizio dello sfruttamento di un giacimento questa è bassa, perché il petrolio fuoriesce grazie alla propria pressione (come nel film con James Dean "Il gigante"), tuttavia man mano che si procede con lo sfruttamento occorre sempre più energia per "spingerlo" fuori dal terreno. Si raggiunge un punto in cui l'energia necessaria per estrarre un barile di petrolio è pari a quella contenuta nel medesimo barile. A quel punto non ha più senso procedere con l'estrazione, perché si consumerebbe più di energia di quella ottenuta.



Cosa avverrà dopo il picco?

    Il dopo-picco non è altro che una continuazione delle tendenze già in atto. Ci aspettiamo prezzi altalenanti e economia in crisi. Entrambe le cose si stanno verificando in questo periodo; un altro elemento che sembra indicare che siamo nelle vicinanze del  picco, oppure che lo abbiamo già passato.



Di quanto aumenterà il prezzo del petrolio?

    E' molto difficile predire i valori futuri del prezzo. Uno dei fattori è che per moltissimi utilizzi il petrolio è una risorsa insostituibile, per cui la gente tende a comprarlo anche se costa molto (gli economisti parlano di domanda molto "anelastica", ovvero un grande aumento del prezzo causa una piccola diminuzione della domanda). Poiché l'aumento del prezzo ha la funzione di riequilibrare domanda e offerta, è prevedibile che gli aumenti saranno consistenti. Tuttavia, c'è un limite ai prezzi che gli operatori economici possono permettersi di pagare. Se il prezzo aumenta troppo, l'economia entra in recessione e la domanda diminuisce. E' quello che stiamo vedendo oggi. Per questa ragione, non ci aspettiamo prezzi molto alti, se non per periodi molto brevi.



Quali saranno le conseguenze dell'aumento del prezzo del petrolio dovuto al raggiungimento del picco di Hubbert?

    Lo sviluppo economico dell'intera umanità è oggi prevalentemente basato sulla disponibilità di petrolio a basso costo. Il petrolio entra direttamente o indirettamente in tutti i settori dell'economia. Solo per fare un esempio, l'agricoltura moderna è pesantemente dipendente dal petrolio, sia come combustibile per i macchinari agricoli che per la produzione di fertilizzanti e pesticidi. Se non si inizia da subito a prendere provvedimenti per ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, è facile predire che le conseguenze del picco saranno recessione, impoverimento della società, guerre per le risorse, conflitti globali.



Dunque sarà una catastrofe?

    Non necessariamente. Lo smodato uso di petrolio delle società industrializzate ha molte conseguenze negative, primo fra tutti il fenomeno del riscaldamento globale, causato dall'immissione in atmosfera di anidride carbonica (CO2) generata nella combustione degli idrocarburi. Se opportunamente governata, la graduale decrescita dell'offerta petrolifera potrebbe risultare benefica, stimolando la transizione all'uso di energie rinnovabili come il solare e l'eolico e l'adozione di processi produttivi più efficienti in termini di consumo di risorse. E' però importante non farsi cogliere impreparati.



Cosa posso fare per tutelarmi?

    Il nostro consiglio è di valutare attentamente la dipendenza dal petrolio nella vita quotidiana. Mentre per alcune cose c'è poco da fare (ad esempio per il fatto che la produzione agricola è fortemente dipendente dall'uso del petrolio), nel settore più critico, quello dei trasporti, ciascuno di noi può iniziare a prepararsi, cercando di organizzare la propria vita in modo da essere sempre meno dipendente dall'uso dell'auto privata. Più in generale, può essere opportuno abituarsi da subito ad uno stile di vita più sobrio, anche in considerazione del fatto che ogni prodotto consumato costituisce oggi un contributo al raggiungimento del picco di Hubbert. In ogni caso, poiché non è né pensabile né auspicabile un ritorno ad un passato pre-industriale, è essenziale, come sta cercando di fare ASPO-Italia, diffondere la consapevolezza del fatto che l'era dell'abbondanza di petrolio a basso costo sta volgendo al termine, e chiedere ai decisori politici a tutti i livelli di interessarsi al problema, predisponendo politiche di transizione all'uso di altre sorgenti di energia e stimolando al massimo la ricerca scientifica in campo energetico.



Pagina 2 di 3