Pieno per Vuoto: chiaro e scuro delle rinnovabili
Di Mirco Rossi, 12/04/2020
Le fonti di energia rinnovabile sono tante, ognuna con i propri punti di forza e, purtroppo, di debolezza.
Li troviamo scritti in modo chiaro e semplice in un’analisi svolta da Mirco Rossi, dal titolo “Pieno per Vuoto”, qui pubblicata in esclusiva. In essa per ogni rinnovabile troviamo le caratteristiche peculiari, le specificità, i problemi.
Qualche esempio:
- eolico e fotovoltaico sono fonti validissime ma si potranno sviluppare solo con l’impiego di energia fossile
- l’idroelettrico è oggi di gran lunga la più importante, ma può essere ampliato solo a prezzo di disastri ambientali di portata regionale
- la combustione della legna aumenta la concentrazione di CO2 in atmosfera
- il geotermico conta poco e non è così pulito come si pensa.
- Le rinnovabili dipendono dall'estrazione delle Terre Rare, con tutti gli impatti e problemi connessi
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Le conseguenze della produzione di cemento
di Dario Zampieri, 25/01/2020
Pubblichiamo una sintesi di Dario Zampieri dello stato dell'arte delle conoscenze sugli impatti climatici della produzione di cemento. Vengono trattate le emissioni intrinseche nel processo di calcinazione, il peso climatico dell'uso delle fonti fossili e il riassorbimento per carbonatazione durante il ciclo di vita del cemento. Diventa prioritario quindi utilizzare il cemento per la manutenzione dei manufatti esistenti, limitarne l'uso nelle nuove opere e indirizzarsi verso materiali a minor emissioni di carbonio.
Buona lettura
Sul Nucleare
Di Mirco Rossi, 13/10/2019
Una panoramica ad ampio raggio su tutti gli aspetti del Nucleare per usi civili, soprattutto quelli che solitamente vengono "dimenticati". Con un linguaggio non tecnico, Rossi accompagna il lettore nelle scelte politiche, militari, tecniche ed economiche che hanno caratterizzato gli ultimi 60 anni. Dal quadro emerge una situazione preoccupante: i vecchi impianti sono sempre più vecchi e vengono mandati avanti con inevitabili rischi per la sicurezza; i nuovi impianti sono pochi e tutti costruiti da governi con un possibile interesse da parte dei militari, fatta eccezione per l'impianto di Olkiluoto.
Buona Lettura
Il metano rema contro
di Claudio Della Volpe, 23/8/2019
Un nuovo studio ribalta i ruoli delle varie fonti nel recente aumento delle emissioni di metano che impattano negaticamente sulla crisi climatica. I principali responsabili non sono più le sorgenti biogeniche (zone umide, animali, discariche) ma i combustibili fossili. E in questi il fracking (gas e petrolio da scisto) è responsabile di oltre metà dell'incremento, pur essendo ancora marginale a livello di produzione.
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L’auto elettrica e gli effetti collaterali
Di Mirco Rossi, 18 Marzo 2019
Le case automobilistiche stanno presentando una martellante "proposta", condivisa da una larga parte dell’opinione pubblica e dell’élite dell’ambientalismo, per passare dalla motorizzazione a combustibile fossile a quella elettrica nel settore della mobilità privata. Un esame dettagliato di alcuni dei punti principali mette in discussione l’opportunità della scelta, perseguita senza scalfire il ruolo che quel settore svolge nel contesto socio-produttivo e l’importanza che riveste nei processi di esaurimento delle risorse primarie ed energetiche. I benefici annunciati sull’inquinamento e sul riscaldamento globale risultano al momento praticamente irraggiungibili, mentre gli asseriti vantaggi delle soluzioni tecnologiche si scontrano con limiti difficilmente superabili nel ciclo di vita delle nuove vetture elettriche, presenti in varia misura nelle fasi di costruzione, uso e smaltimento. Emerge inoltre la difficoltà di approvvigionamento, in particolare da fonte rinnovabile “pulita”, per una flotta di vetture elettriche che arrivi a coprire una percentuale significativa (15/25%) di quella attuale a combustione interna. Critica è anche la creazione di infrastrutture elettriche, adeguate a un simile livello di penetrazione, in ambito urbano, extraurbano e autostradale.
La motorizzazione elettrica, per risultare efficace e contribuire a limitare i danni che stiamo arrecando alla nostra unica “casa”, deve potersi inserire in un contesto di profonda trasformazione dell’intera società in cui l’esigenza di mobilità possa riqualificarsi e riorganizzarsi su altri piani.
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