CI  RISIAMO  CON  LE  ROTTAMAZIONI

Questa volta degli elettrodomestici

Dicono che la storia sia maestra di vita,

se gli allievi l’ascoltano.

 

Di Leonardo Libero

 

Pubblicato su www.aspoitalia.net per gentile concessione dell’autore

30 Gennaio 2005

 

 

Il Ministro per le Attività Produttive, prof. Antonio Marzano, avrebbe tante cose buone da fare. Per esempio, buttare subito nell’immondizia il decreto 387 sull’elettricità da fonti rinnovabili, che presumibilmente ci procurerà l’ennesima procedura di infrazione dalla Commissione Europea, e far scrivere subito un altro decreto, più semplice e non furbastro (il 387 contraddice proprio la direttiva 2001/77/CE che avrebbe dovuto recepire). Invece, forse consigliato da qualcuno che gli vuole male, ha deciso che per risparmiare energia bisogna incentivare la rottamazione dei vecchi elettrodomestici per sostituirli con altri nuovi, a minor consumo.

 

Il ministro Marzano è un economista, liberale per di più. Qualsiasi ipotesi di drogaggio del mercato dovrebbe quindi essere vista da lui come il fumo negli occhi. Ma anche se egli non fosse economista, né liberale, dovrebbe almeno ricordare - o avere qualcuno che gli ricordi - i danni ai mercati dell’auto e dell’indotto che sono seguiti alle due rottamazioni incentivate decise da governi precedenti. Questo per quanto riguarda gli aspetti produttivi e commerciali.

 

Quanto allo sperato risparmio energetico, l’iniziativa sarebbe seria solo se preceduta da studi effettuati in base a dati reali e quanto possibile precisi. Non sembra però che questo indispensabile preliminare sia avvenuto; o, se è avvenuto, nessuno lo ha reso pubblico; come se non valesse la pena di parlarne a quei sempliciotti degli italiani.

 

Invece sono molti i dubbi che sorgono, in chi cerca di ragionare sui fatti, circa la possibilità che un effettivo risparmio energetico si possa raggiungere percorrendo quella strada.

 

Per essere ragionevolmente sicuri che essa sia quella giusta, occorrerebbe intanto considerare i costi energetici degli apparecchi, che per ciascuno di essi è la quantità di energia consumata per produrlo, a cominciare dalle materie prime. E’ possibile, ma non certo, che quelli attuali lo abbiano più basso dei loro “nonni”. Ma è altresì possibile, anzi probabile a sentire molti esperti, che anche la loro durata sia minore. Nell’ipotesi, conciliativa, che una cosa compensi l’altra, bisognerebbe calcolare se il minor consumo degli apparecchi nuovi compenserebbe, e largamente (se no, non meriterebbe sostituirli ai vecchi), entro la loro vita operativa, i seguenti effetti negativi:

 

-         lo spreco di una parte anche rilevante dei costi energetici degli apparecchi rottamati in quanto – l’esperienza con le auto insegna – essi sarebbero quasi tutti sostituiti perché “vecchi di età”, non perché “fuori uso”;

-         l’anticipato consumo dell’energia necessaria alla loro rottamazione;

-         l’anticipato consumo dell’energia necessaria a produrre gli apparecchi sostitutivi; energia che occorrerebbe tutta e subito, non diluita in diversi anni come accadrebbe lasciando che i vecchi apparecchi arrivassero, uno ad uno, alla fine delle loro vite operative.

 

Si aggiunga il fattore umano. Sì perché due anni fa l’Amministrazione USA ha sospeso un suo programma di ricerca per motori a benzina a basso consumo – finanziato con molti milioni di dollari – quando si è accorta che gli acquirenti delle auto dotate dei nuovi motori ambivano in genere ad avere più potenza a parità di consumo, non meno consumo a parità di potenza. Per cui nullo o minimo sarebbe stato, alla fine, il risparmio di benzina. Ed è ovvio che in una famiglia un frigo più capace o un aspirapolvere più potente fanno comodo. Se poi li si può anche acquistare con lo sconto è meglio; e meglio ancora se di marca estera (fa più chic e … fa felice l’industria straniera).

 

Infine, anche se non è detto che sia sempre giusto considerare buono, o cattivo, un certo comportamento solo perché “tutti fanno così” o “nessuno fa così”, è un fatto che le rottamazioni incentivate a scopo di risparmio energetico, o a qualsiasi altro scopo, hanno cittadinanza solo in Italia.

 

Abbiamo anzi saputo che in Francia c’è un’associazione privata e senza fini di lucro, l’ “ENVIE” (acronimo di non sappiamo, per ora, quali parole), che fa l’esatto contrario di quello che vuole fare il ministro Marzano: cioè ricondiziona accuratamente gli elettrodomestici usati e poi li vende con garanzia. Ha trenta filiali nelle maggiori città francesi e l’anno scorso quella di Strasburgo ha venduto, da sola, 4.000 grandi elettrodomestici come “usato garantito”. Trattandosi di privati, c’è da ritenere che abbiano fatto bene i loro conti, anche sotto l’aspetto energetico. Non per caso, il consorzio di cooperative sociali italiane che si propone di imitarli si chiama “IDEA Ambiente” (Via Bobbio, 21/3 – 10141 Torino – www.ideambiente.it ). Abbiamo anche saputo che il caso francese non è affatto il solo, almeno in Europa, e va da sé che Energia dal Sole tornerà su queste interessanti iniziative.

 

Leonardo Libero

 

16 ottobre 2004