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Come originariamente pubblicato in ENERGY Magazine, Primavera, 1999
© Copyright 1999, business communications co, inc.
Traduzione di Aldo Carpanelli, pubblicata anche su Il sito di Carpanix
La versione originale inglese è visibile su www.dieoff.com

 

LIMITI ENERGETICI ALLA CRESCITA

Per definizione, le “fonti” energetiche devono generare più energia di quanta ne consumino; altrimenti esse sono “perdite” di energia.

Nel 1972, il Club di Roma (COR) sconvolse il mondo con uno studio intitolato I limiti della crescita. Questo studio giunse a due conclusioni principali. La prima suggerisce che se lo-sviluppo-così-come-lo-conosciamo continua, la società si ritroverà priva di risorse non rinnovabili prima del 2072, col più probabile risultato di “un piuttosto improvviso e incontrollabile declino sia nella popolazione sia nella capacità industriale”. [1] La seconda conclusione dello studio è che un approccio disorganico teso a risolvere singoli problemi non avrà successo. Per esempio, gli autori del COR raddoppiano arbitrariamente le proprie stime delle risorse e portano il proprio modello a prevedere un nuovo scenario basato su questi maggiori livelli di risorse disponibili. In questo scenario il collasso si verifica a causa dell’inquinamento anziché a causa dell’esaurimento delle risorse. La linea di fondo è che le forme tradizionali di sviluppo economico giungeranno alla fine in meno di 100 anni - in un modo o nell’altro. Lo studio del COR è stato molto sminuito ma la prova delle tesi del COR può essere prontamente trovata nel realistico concetto di “energia netta”, che costituisce l’obbiettivo di questo articolo.

di Jay Hanson


Energia netta
Petrolio
La fine dell’economia dei consumi
Motori ad idrogeno alla riscossa?
I soldi non sono energia
Gli economisti non sono in grado di prevedere
Conclusioni
Riferimenti bibliografici


Energia netta

L’analisi dell’energia netta divenne una controversia pubblica nel 1974 quando l’informazione si concentrò su due storie. Nella prima, il Business Week riportava che Howard Odum aveva sviluppato una “Nuova matematica per calcolare i costi dell’energia”. Tra gli altri risultati, questa nuova matematica indicava che le operazioni nei pozzi di petrolio in via di esaurimento erano perdite di energia più che fonti di energia. Secondo questa analisi, tali operazioni potrebbero essere proficue solo quando veniva usato petrolio economico e regolare per produrre petrolio irregolare. L’altra storia del 1974 riguardante l’energia netta era lo studio di Chapman e Mortimer che sosteneva che un programma nucleare in rapida crescita condurrebbe a un uso accresciuto di petrolio piuttosto che alla sua desiderata sostituzione (si veda Net-Energy Analysis di Daniel T. Spreng, Oak Ridge Assoc. Univ. & Praeger, 1988).

Come sappiamo dalla fisica, compiere una certa quantità di lavoro richiede un dispendio di energia minima. Per esempio, sollevare 15 Kg di roccia a 5 metri dal terreno richiede 735 joule di energia solo per vincere la gravità - e quanto più in alto andrà il sollevamento, tanto maggiore sarà l’energia minima richiesta. [2] Anche i motori a combustione che funzionano veramente - i così detti “motori termici” [nel testo originale: heat engines - N.d.T.] - consumano una grande quantità di energia. [3] L’efficienza dei motori termici è limitata dai princìpi della termodinamica scoperti oltre 150 anni fa da N.L.S. Carnot. [4] Così, una tipica automobile, camion o centrale elettrica spreca oltre il 50% dell’energia contenuta nel combustibile che impiega.

Raramente si pensa all’energia che viene utilizzata nei sistemi che forniscono l’elettricità - quali le centrali alimentate dal petrolio. Ma l’energia è anche utilizzata nelle esplorazioni per la ricerca del combustibile, per la costruzione dei macchinari per la sua estrazione, per l’estrazione in sé, per la costruzione e la gestione delle centrali, per la costruzione delle linee elettriche per trasportare l’elettricità, per la dismissione delle centrali e così via. La differenza tra l’energia totale ottenuta (cioè il valore energetico dell’energia ricercata) meno tutta l’energia utilizzata per far funzionare un sistema di approvvigionamento energetico, equivale alla “energia netta” (in altre parole, la quantità netta di energia realmente disponibile per la società per compiere lavoro utile).

Estraiamo i nostri minerali e i nostri combustibili fossili dalla crosta terrestre. Più a fondo scaviamo, più energia minima è richiesta. Ovviamente, i combustibili e i minerali più e concentrati e accessibili vengono estratti per primi; dopo di che, è necessaria sempre più energia per estrarre e raffinare risorse di qualità sempre più scadente. Le nuove tecnologie possono, nel breve periodo, ridurre i costi dell’energia, ma né la tecnologia né “i prezzi” possono invalidare le leggi della termodinamica:

Un’energia netta in calo genera un effetto a catena: dal momento che il petrolio è impiegato direttamente o indirettamente in ogni cosa, col crescere dei costi energetici del petrolio, crescono anche i costi energetici di ogni altra cosa -- incluse le altre forme di energia. Per esempio, il petrolio fornisce circa il 50% del combustibile usato nell’estrazione del carbone. [8]

 

Petrolio

Una delle più importanti caratteristiche dell’energia è la sua “qualità”. Esistono varie qualità di combustibili. Per esempio, il carbone contiene più energia per Kg del legname, il che rende il carbone più efficente da immagazzinare e trasportare del legno. Il petrolio ha un maggiore contenuto energetico per unità di peso e brucia ad una temperatura più elevata del carbone; è più semplice da trasportare e può essere usato nei motori a combustione interna. Una locomotiva diesel, per tirare lo stesso treno, spreca solo un quinto dell’energia sprecata da una locomotiva a vapore alimentata a carbone. I molti vantaggi del petrolio forniscono un valore economico per chilocaloria da 1,3 s 2,45 volte maggiore rispetto al carbone. [9]

Il petrolio è l’energia di maggiore qualità da noi usata, costituendo circa il 38% delle forniture di energia mondiali. Nessun’altra fonte di energia eguaglia le qualità di relativa facilità di estrazione, trasportabilità, versatilità e costo del petrolio. Le qualità che hanno fatto sì che il petrolio sostituisse il carbone come fonte di energia di primo piano nel mondo industrializzato verso la metà di questo secolo, sono importanti tanto oggi quanto allora.

Sfortunatamente, le previsioni circa l’abbondanza del petrolio sono deformate dalle incoerenti definizioni di “riserve”. In verità, ogni anno dei due decenni passati l’industria petrolifera ha pompato più petrolio di quanto ne abbia scoperto, e la produzione sarà presto incapace di tenere il passo con la domanda crescente. Quasi 50 anni fa, il geologo M. King Hubbert sviluppò un metodo per ottenere proiezioni della produzione futura di petrolio. Hubbert scoprì che quando in un bacino petrolifero è stata prodotta circa la metà del petrolio estraibile stimato [nel testo originale: Estimated Ultimately Recoverable (EUR) - N.d.T.], la produzione “raggiunge un picco” e quindi declina verso lo zero. Egli calcolò che la produzione petrolifera nei 48 stati meridionali avrebbe raggiunto il picco verso il 1970. La sua previsione si è dimostrata particolarmente accurata. Le rese totale e di picco sono state lievemente più elevate rispetto alle stime originali di Hubbert, ma i tempi del picco e la tendenza ad un calo generale della produzione sono corrette.

Negli ultimi 50 anni, molti geologhi e compagnie petrolifere hanno pubblicato stime della quantità totale di greggio che sarà estratto dalla Terra in tutti i tempi. Va notato che queste stime del petrolio estraibile sono cambiate poco nell’ultimo mezzo secolo [10] e che ora ci si attende che la produzione globale di petrolio raggiunga il suo picco massimo verso il 2005. [11]

 

La fine dell’economia dei consumi

Sebbene gli economisti siano addestrati a trattare l’energia esattamente come ogni altra risorsa per quanto riguarda il rapporto tra “domanda ed offerta”, essa è evidentemente diversa dalle altre risorse. L’energia netta è il presupposto per tutte le altre risorse. L’avvento del picco nella produzione petrolifera globale segna la fine dell’economia dei consumi poiché nulla può rimpiazzare il petrolio convenzionale.

Gli economisti citano frequentemente le sabbie petrolifere di Athabasca, in Canada, come un comodo sostituto per il petrolio convenzionale. [12] Ma le sabbie petrolifere e gli scisti catramosi richiedono molta energia, sono ambientalmente distruttivi e, ad ogni modo, non sono poi così abbondanti. Per esempio, calcoli anche approssimativi dimostrano che le sabbie petrolifere di Athabasca potrebbero fornire riserve di petrolio per meno di tre anni all’economia globale. Trecento miliardi di barili di petrolio (AEUB) che sgorgassero da un oleodotto durerebbero solo 12 anni al ritmo dei consumi mondiali attuale di 70 milioni di barili al giorno. Le sabbie petrolifere durerebbero appena tre anni se in un eccesso di ottimismo prendessimo per buono un 25% di energia netta per scavare ecc. l’intera risorsa. “L’operazione di estrazione comprende la rimozione dello strato sovrastante; la separazione del bitume per mezzo di vapore, acqua calda e soda caustica e, quindi, la sua diluizione con nafta. Dopo la centrifugazione, si produce bitume liquido a 80°, che viene poi migliorato con un procedimento di cottura e sottoposto ad altri trattamenti, per ottenere alla fine un petrolio sintetico leggero e a basso contenuto di zolfo.” (The Coming Oil Crisis, p. 121, Campbell, 1997)

Che dire del metano? A differenza dell’olio, il gas naturale non può essere trasportato per mare con facilità. Deve essere liquefatto prima dell’imbarco, quindi trasportato in navi refrigerate appositamente progettate, e quindi rigassificato per la distribuzione - una perdita di energia stimata tra il 15% e il 30%. [13] Inoltre, il gas naturale non può essere immagazzinato con facilità come il petrolio o il carbone. Ci si attende che la produzione globale di gas naturale raggiunga un picco tra il 2010 [14] e il 2020. [15] Anche le speranze di sfruttare gli idrati di metano simili a ghiaccio dai fondali oceanici sembra condannata poiché la materia solida è incapace di spostarsi e accumularsi in quantità commerciali. [16] L’euforia odierna a proposito degli idrati di metano mi ricorda di quella che riguardò gli scisti petroliferi e le sabbie catramose un paio di decenni fa. Per quanto riguarda il carbone, la sua produzione negli Stati Uniti raggiunse il record di 1.118 milioni di tonnellate nel 1998. Ci si attende che il carbone statunitense, ad ogni modo, divenga uno spreco di energia [nel testo originale: energy “sink” - N.d.T.] - non varrebbe la pena estrarlo dal sottosuolo - entro il 2040. [17]

E per ciò che riguarda l’energia nucleare? La frazione di energia prodotta dalle centrali nucleari convenzionali non può essere accresciuta in modo significativo a causa delle carenze di combustibile. [18] Inoltre, tutti i nuovi reattori autofertilizzanti [nel testo originale: “fast breeder” reactors - N.d.T.] tranne uno sono stati abbandonati perché sono “troppo costosi e di valore dubbio”. [19]

L’espansione dei sistemi ad energia solare è limitata dalla disponibilità di territori. Si stima che sarebbe necessario circa il 20% del territorio degli Stati Uniti (circa 450 milioni di acri [1.821.093 Km2, sei volte l’estensione totale dell’Italia - N.d.T.]) per sostenere un sistema ad energia solare che fornisca meno della metà (37 quad) del consumo energetico attuale della nazione (80 quad). [20]

 

Motori ad idrogeno alla riscossa?

L’industria automobilistica sta progettando di mettere in strada automobili con motore ad idrogeno entro il 2004. Ma le nuove auto non saranno su strada ancora per molto poiché questi motori usano idrogeno ottenuto dal metanolo, che è a sua volta ottenuto da combustibili fossili. [21] L’idrogeno non è una “fonte” di energia - è un “vettore” di energia (come l’elettricità). Circa il 95% dell’idrogeno usato nel mercato statunitense viene prodotto per mezzo di un processo chimico noto come “conversione a vapore del metano” [nel testo originale: steam methane reforming - N.d.T.]. [22] Una alimentazione a base di carbonio (solitamente metano o carbone) viene combinata con vapore ad alta pressione e ad alta temperatura per produrre idrogeno con una perdita energetica di circa il 35%. Il metanolo è solitamente prodotto dal metano o dal carbone con una perdita di energia netta che varia tra il 32% e il 44%. [23] Negli Stati Uniti, la produzione petrolifera ha raggiunto il suo picco massimo nel 1970 e sta scendendo a zero. È quindi probabile che gli scenari di un impiego a tappeto dell’idrogeno includano una conversione a vapore di carbone gassificato o di biomasse. Ma il carbone sarà esaurito entro 40 anni e non c’è semplicemente terreno a sufficienza per le biomasse!

 

I soldi non sono energia

Le compagnie che producono energia sono in affari per fare soldi, non energia. Per esempio, i sussidi economici consentono alle compagnie che producono etanolo di sprecare energia nel realizzare i loro profitti. Specificamente, viene usato circa il 71% di energia in più per produrre un litro di etanolo di quanta ne sia effettivamente contenuta nel litro di etanolo stesso. [24] Ovviamente, tecnologie alternative per la produzione di energia che richiedano sussidi sono praticabili solo finché non abbiamo bisogno di esse!

Dal punto di vista del raggiungimento il traguardo sociale di una soluzione a lungo termine per i problemi relativi all’energia, il profitto è semplicemente un obiettivo sbagliato per le compagnie che producono energia. Anche senza sussidi diretti o indiretti di 650 miliardi di dollari all’anno [25] è inconcepibile che le compagnie che producono energia possano fare soldi - ma perdere energia - bruciando un barile di petrolio da 10 dollari oggi per estrarre mezzo barile da 50 dollari domani. Ci si attende che il prezzo del petrolio salga in modo consistente - e permanente - quando la produzione globale di petrolio raggiungerà il suo picco massimo in meno di dieci anni.

 

Gli economisti non sono in grado di prevedere

L’“energia” è definita come la capacità di un sistema fisico di compiere un lavoro. Oltre cent’anni fa, gli scienziati misero in evidenza che l’energia - non i soldi - è la vera fonte della ricchezza del capitalista:

“È infatti il destino di ogni genere di energia di posizione l’essere alla fine convertito in energia di movimento. La prima può essere paragonata a soldi in una banca, o capitale, la seconda a soldi mentre vengono spesi… Se spingiamo l’analogia un poco oltre, vedremo che il grande capitalista viene rispettato poiché dispone di una grande quantità di energia e che tanto che egli sia un nobile o un regnante, o un generale al comando, è potente solo in forza del suo avere qualcosa che lo pone in grado di fare uso dei servigi di altri. Quando un uomo ricco paga un lavoratore perché lavori per lui, sta in realtà convertendo una certa quantità della sua energia di posizione in energia reale… Il mondo della meccanica non è una fabbrica nella quale l’energia viene creata, quanto piuttosto un mercato nel quale possiamo portare energia di un tipo e cambiarla o barattarla con un equivalente di un altro tipo, più adatto a noi -- ma se ci rechiamo al mercato senza nulla in mano, quasi certamente torneremo a casa senza nulla.” [Balfour Stewart, 1883] [26]

Ma gli economisti ancora oggi non studiano l’energia [27] -- essi studiano i soldi e i prezzi. La fisica inglobò la termodinamica -- spostata dalla “produzione” alla “circolazione” -- oltre cento anni fa. Ma i testi di economia moderna, quali “McConnell & Brue, 1999” e “Samuelson & Nordhaus, 1998”, non discutono ancora di termodinamica o di entropia! I soldi non sono una misura di alcunché di “reale”, come i joule o i chilogrammi. I soldi rappresentano semplicemente il potere sociale, poiché “mettono in grado” la gente di comprare e fare le cose che vogliono -- incluso comprare e “fare” altre persone.

Gli economisti frequentemente si riferiscono ai “prezzi” e avanzano pretese sul mondo reale. Questo o quello è “meglio”, dicono, e vanno per la propria strada. Nel migliore dei casi, la relazione tra i prezzi e le risorse naturali è non lineare. Una buona analogia per il mercato del petrolio è il galleggiante in un carburatore: quando il motore richiede più carburante, il galleggiante cade e consente a più carburante di affluire dal serbatoio. Ma il galleggiante non dispone di informazioni che riguardino la quantità di carburante rimasta nel serbatoio fino a quando il flusso di carburante non è più in grado di tenere il passo della domanda. Lo stesso accade con il mercato. Quando la domanda di petrolio cresce, l’incremento dei prezzi segnala alle compagnie petrolifere di estrarre più petrolio dal sottosuolo -- il che abbassa nuovamente i prezzi. Ma il mercato del petrolio non ha informazioni che riguardino la quantità di petrolio rimasta nel sottosuolo fino a quando la produzione non è più in grado di tenere il passo della domanda. Nell’ottobre del 1980, Julian Simon sfidò Paul Ehrlich e i suoi colleghi a scommettere 1.000 dollari che in dieci anni il prezzo di ogni materiale grezzo essi scegliessero sarebbe sceso (commisurati al valore del dollaro nel 1980). Nell’ottobre del 1991, Ehrlich dovette pagare. I prezzi dei cinque minerali scelti (rame, cromo, nickel, stagno e tungsteno) erano scesi in modo sostanziale. [28] Ovviamente, comunque, i prezzi non riflettevano il fatto che erano stati estratti dal sottosuolo minerali per dieci anni! Si può concludere che i prezzi non danno preavviso dell’avvicinarsi dell’esaurimento delle risorse.

Quanto sono 10 dollari di petrolio? Dipende da quando e dove li hai comprati. Qual’è l’energia netta fornita da 10 dollari di petrolio? Se il petrolio costa 10 dollari al barile, quanto ne rimane nel terreno? Chi lo sa? I prezzi misurano semplicemente uno stato d’animo. Ciò significa che gli economisti esprimono opinioni su opinioni. In breve, gli economisti sono raccoglitori di dati statistici dotati. Basandosi sulle migliori informazioni che abbiamo a disposizione oggi, in qualche momento del secolo a venire l’economia globare rimarrà “senza benzina”, quando le fonti di energia fossile diverranno perdite. Si può discutere del momento esatto in cui ciò accadrà, ma la fine dell’energia fossile -- e l’economia globale che ne dipende -- è inevitabile.

 

Conclusioni

Immaginate di avere uno scooter con un serbatoio da 10 litri, ma la più vicina stazione di servizio è a una distanza che richiede 12 litri di carburante per essere percorsa. Non potete riempire il vostro serbatoio con viaggi fino alla stazione di servizio perché bruciate più di quanto possiate portare indietro -- vi è impossibile coprire la distanza in eccesso (le dimensioni del vostro rotolo di banconote e il prezzo della benzina sono irrilevanti). Potreste anche mettere il vostro scooter su due mattoni poiché siete “senza benzina” -- per sempre. È lo stesso per l’economia americana: se dobbiamo spendere più di una unità di energia per produrre abbastanza beni e servizi da comprare una unità di energia, sarà impossibile per noi coprire la differenza. A quel punto, la macchina economica americana sarà “senza benzina” -- per sempre.

Concluderò con una osservazione del cosmologo Fred Hoyle, il quale disse: “Si è spesso detto che, se la specie umana non riuscisse a spuntarla qui sulla Terra, qualche altra specie riprenderebbe la corsa. Nel senso dello sviluppo dell’intelligenza, questo non ò corretto. Noi abbiamo, o avremo presto, esaurito i prerequisiti fisici necessari per quanto riguarda questo pianeta. Con il carbone esaurito, il petrolio esaurito, i giacimenti di metalli di qualità esauriti, nessuna specie per quanto competente potrebbe compiere la lunga scalata dalle condizioni primitive alla tecnologia di alto livello. Si tratta di una questione per la quale si ha a disposizione un solo colpo. Se fallissimo, questo sistema planetario fallirebbe per quanto riguarda l’intelligenza. Lo stesso varrebbe per altri sistemi planetari. Su ciascuno di essi ci sarà una possibilità, ed una sola.”

Jay Hanson è stato membro del comitato consultivo di Pianificazione delle Risorse Integrate del suo centro locale di servizi. Egli possiede una attività nel campo informatico che progetta e costruisce software e hardware e gestisce anche il sito internet www.dieoff.org.

Jay Hanson
78-7230 Puupele Road
Kailua-Kona, HI 96740
Tel: 808/324-6645

Traduzione di Aldo Carpanelli, pubblicata anche su Il sito di Carpanix

 

Riferimenti bibliografici

[1]

p. 23, THE LIMITS TO GROWTH, Meadows et al.; Universe, 1972.  Gli aneddoti relativi al Club di Roma sono diventati una “leggenda metropolitana”. Una leggenda metropolitana è una buona storia che appare misteriosamente e si diffonde spontaneamente in varie forme, contiene elementi di umorismo e di orrore (l’orrore spesso “punisce” qualcuno che sbeffeggia le convenzioni della società), ed è solitamente falsa. Anche gli autori degli articoli scientifici di riviste di alto livello [ad esempio, Cook e Sheath in NATURE & RESOURCES, 33(1): 29 (1997)] sono stati sedotti da queste storie. Se uno realmente legge il materiale, si accorge che nessuna delle cosiddette “profezie” del COR hanno sbagliato. Si veda: http://dieoff.org/page169.htm

[2]

Per un sollevamento verticale: joule = metri x kg x 9,8

[3]

Motori a combustione interna, a vapore o a turbine a gas sono chiamati motori termici [nel testo originale: heat engines - N.d.T.] perché convertono carburante in calore, quindi in movimento meccanico.

[4]

Un tipico motore a benzina con un rapporto di compressione di 8:1 non può eccedere l’efficenza teorica del 45%, mentre nella pratica l’efficenza può essere di circa il 35%; per un motore diesel con un rapporto di compressione di 20:1 i valori teorico e pratico sono rispettivamente il 55% e il 45%; per una turbina con un rapporto di 30:1 sono il 60% e il 50%.

[5]

p. 11, BEYOND OIL, di John Gever et al., Univ. Pr. Colorado, 1991.

[6]

p. 12, Gever.

[7]

p. xlv, Gever.

[8]

p. 314, GETTING DOWN TO EARTH, di Robert Costanza et al., Eds.; Island Press, 1996

[9]

p. 87, Gever

[10]

p. 7, OIL AS A FINITE RESOURCE, di James J. MacKenzie; WRI, 1996; Versione in linea: http://www.wri.org/wri/climate/finitoil/eur-oil.html

[11]

THE END OF CHEAP OIL, di Colin J. Campbell & Jean H. Laherrère; Scientific American, Marzo 1998;  http://dieoff.org/page140.htm

[12]

MODELS OF DOOM, Editorial; The Economist, Dicembre 1997; http://www.economist.com/editorial/freeforall/20-12-97/xm0002.html

[13]

Perfite relative al metano secondo le stime di Walter Youngquist Ph.D. & Chair Emeritus, Dept. Geology, Univ. Oregon (corrispondenza personale).

[14]

Franco Bernabé, direttore esecutivo della compagnia italiana ENI SpA citato in CHEAP OIL, di Howard Banks; Forbes Magazine, Giugno 1998; http://www.forbes.com/forbes/98/0615/6112084a.htm

[15]

p. 119, THE COMING OIL CRISIS, di Colin J. Campbell; Multi-Science Publishing Company & Petroconsultants, 1997.

[16]

p. 120, Campbell, 1997 ; OCEANIC HYDRATES: an elusive resource, di J.H.Laherrere, Agosto, 1999, http://dieoff.com/page192.htm

[17]

p. 67, Gever.

[18]

p. 90, ENERGY FOR TOMORROW'S WORLD; di the WEC; St. Martin's Pr., 1993.

[19]

JAPAN PUTS REACTOR PROGRAM ON THE BACK BURNER; Nando Times, 1 ottobre 1997; http://dieoff.org/page155.htm

[20]

FOOD, LAND, POPULATION AND THE U.S. ECONOMY, di David Pimentel & Mario Giampietro; CCN, 1994; http://dieoff.org/page40.htm

[21]

FUEL CELLS 2000; http://www.fuelcells.org/fuel/fct/goingon.shtml

[22]

HYDROGEN, di Daniel Morgan & Fred Sissine; CNIE, 1995; http://www.cnie.org/nle/eng-4.html

[23]

DEVELOPMENT PATTERNS FOR LNG SUPPLY AND DEMAND, di Arthur T. Andersen et al; EIA, 1997;  http://www.eia.doe.gov/oiaf/issues97/lng.html   (si veda il riferimento #46)

[24]

ENERGY AND DOLLAR COSTS OF ETHANOL PRODUCTION WITH CORN, di David Pimentel; Hubbert Center Newsletter # 98/2, 1998; http://hubbert.mines.edu/news/v98n2/mkh-new7.html

[25]

Globalmente, sussidi per almeno 650 miliardi di dollari -- l’equivalente del 9% delle entrate governative -- sostengono specificamente industrie e attività che richiedono grandi risorse naturali, comprese l’estrazione in miniera, la trivellazione petrolifera, l’uso e il funzionamento dell’energia. p. 35, THE NATURAL WEALTH OF NATIONS, di David Malin Roodman; Worldwatch & Norton, 1998.

[26]

p. 132, MORE HEAT THAN LIGHT, Philip Mirowski; Cambridge, 1989.

[27]

La fisica inglobò la termodinamica -- spostata dalla “produzione” alla “circolazione” -- oltre cento anni fa. Ma i testi di economia moderna, quali “McConnell & Brue, 1999” e “Samuelson & Nordhaus, 1998”, non discutono ancora di termodinamica o di entropia!

[28]

p. 330, ECONOMICS, Samuelson & Nordhaus; McGraw-Hill, 1998.