Questo articolo è
stato pubblicato originariamente su http://www.popco.org/press/articles/2003-4-browne.html
La traduzione
italiana è pubblicata su www.aspoitalia.net
e su http://web.tiscali.it/carpanix_main
Dal New Statesman,
Anthony Browne
Traduzione di
Carpanix (carpanix@tiscali.it)
Chi teme la riduzione della
popolazione? Solo i politici, ossessionati dal potere e dal prestigio. Gli
altri, particolarmente i lavoratori, sarebbero più ricchi.
Ha fatto parte dell'avanzamento e del
riflusso della società umana fin da quando abbiamo conquistato la posizione
eretta. Ma ora, dopo una assenza quasi totale dalla rivoluzione industriale,
minaccia di ritornare vendicativa nell'intero mondo occidentale. E non ci
piace per nulla. Dopo 200 anni di continua rapida crescita della
popolazione, c'è poco che provochi tanto panico tra i dirigenti politici, i
grandi affaristi e i populisti di destra, quanto la prospettiva di una
riduzione della popolazione che è imminente, secondo le Nazioni Unite, in
oltre 60 Paesi.
Alcuni Paesi, quali il Giappone, la
Russia e gli Stati del Baltico, sono già caduti nell'abisso. La popolazione
dell'Italia e della Germania sono puntellate solo dall'immigrazione. Il recente
censimento inglese ha evidenziato un calo della popolazione in Scozia e in
parti dell'Inghilterra settentrionale. Nel Regno Unito nel suo complesso, il
calo inizierà verso il 2020. In Scozia, come altrove, la riduzione della
popolazione ha procurato due reazioni prevedibili. Da una parte, Alex Neil del
Partito Nazionale Scozzese ha sollecitato sgravi fiscali per incoraggiare le
coppie a "concepire per la Scozia". Dall'altra, il governo scozzese
ha detto alla gente di prepararsi a una maggiore immigrazione. Il Primo
Ministro, Jack McConnell, ha detto all'equivalente locale della Confindustria:
"Per un'economia in crescita, abbiamo bisogno di una popolazione in
crescita, e sono determinato a indirizzare la politica scozzese verso il
raggiungimento di quell'obbiettivo".
Eppure, la risposta razionale è quella
che non avete mai udito pubblicamente: "Non fatevi prendere dal panico,
lasciate che i numeri calino. Per noi sarà un bene". Il calo della
popolazione richiama visioni di mercati al collasso, di recessione permanente,
di comunità devastate, di fondi pensionistici in bancarotta e di anziani
decrepiti senza giovani per sostituirli e sostenerli. Tutto ciò potrebbe essere
vero se il calo della popolazione fosse rapido. Un declino graduale della
popolazione sarebbe una questione ben diversa. I benefici ambientali sono ovvi
meno automobili, meno case, più aree allo stato naturale. Ma il calo della
popolazione potrebbe anche rafforzare i lavoratori, migliorare la condizione
degli emarginati, ridurre le disuguaglianze e sradicare la povertà. Non
renderebbe la Gran Bretagna più povera, come temono i politici, ma più ricca.
Dalle università inglesi ai gruppi di esperti giapponesi, i benefici di un
lento decremento della popolazione vengono sempre più studiati e promossi. Ma
questo nuovo modo di pensare deve ancora raggiungere gli scaglioni dei
politici.
Il decremento della popolazione è
solitamente associato col declino economico, con i disordini politici, con la
fame e la malattia ma ciò non accade perché esso li provochi, quanto
piuttosto perché esso ne è provocato. Le economie in declino inducono la gente
a partire per cercare opportunità altrove un quarto della popolazione del
Paesi europeo più povero, la Moldavia, è emigrato dal momento del collasso del
comunismo. L'HIV [il virus che provoca l'AIDS - N.d.T.] in alcuni Paesi
africani, può invertire la precedente prodigiosa crescita della popolazione,
così come la Morte Nera [la peste - N.d.T.] spazzò via un terzo della
popolazione inglese. Un cambiamento climatico devastante eliminò le colonie
medievali in Groenlandia. La carestia della patata ridusse la popolazione
irlandese da otto a quattro milioni per mezzo della fame e dell'emigrazione.
Per millenni, quando l'umanità non era autrice
del suo proprio destino, la popolazione saliva e scendeva insieme all'umana
fortuna. Le situazioni favorevoli portavano ad una crescita della popolazione,
quelle sfavorevoli a un suo declino. Ora, per la prima volta nella storia, ci
troviamo di fronte a un declino causato non da una situazione sfavorevole, ma
da una favorevole. Ora è la ricchezza materiale, non la povertà, che porta a un
calo della popolazione.
Ma se le cause sono benigne,
che dire delle conseguenze? Se il calo della popolazione è più lento della
crescita naturale della produttività (o della produzione individuale), allora
l'economia continuerà a crescere. Per esempio, un modesto calo della
popolazione dello 0,25% all'anno, ridurrebbe la crescita economica annuale
della Gran Bretagna dal 2,25% al 2%. Difficilmente si può parlare di
recessione. La quantità dei consumatori può ridursi, ma la crescita del reddito
e il mercato dell'esportazione assicureranno che la domanda resti elevata.
Nè ci sarà una crisi demografica, con enormi quantità di anziani a
sovraccaricare le persone in età lavorativa. Il declino della popolazione
comporta anche meno bambini da mantenere, istruire ed educare per i primi venti
anni economicamente improduttivi della loro vita. La percentuale di dipendenza
tra lavoratori e non-lavoratori resta virtualmente inalterata tanto che la
popolazione cresca dello 0,25% all'anno, quanto che cali dello 0,25% all'anno.
Gli adattamenti verso una società che invecchia scoraggiare i pensionamenti
precoci, passare a sistemi pensionistici a capitalizzazione saranno necessari
in ogni caso.
Però,
una popolazione in calo e questa è la ragione per la quale il mondo degli
affari la teme comporterà una graduale ma significativa ridistribuzione del
potere da chi detiene il capitale verso chi detiene il lavoro. Una forza lavoro
in via di riduzione mette coloro che lavorano in una posizione più forte e
per i lavoratori marginalizzati, può avere un effetto alquanto importante. Le
aziende saranno obbligate a formare i lavoratori non specializzati, a mettere
in atto politiche a favore della famiglia per non perdere le donne e per
allettare i più anziani a restare al lavoro piuttosto che costringerli ad
andarsene. La gente che possiede proprietà dovrà affittarle a prezzi minori,
mentre coloro che affittano potranno scegliere posti più grandi nei quali
vivere.
Gli effetti evidenti e benefici di questo trasferimento di potere da coloro
che possiedono le strutture produttive a coloro che possiedono il lavoro dai
datori di lavoro ai lavoratori si verificarono dopo la Morte Nera, che
ridusse di un terzo la popolazione, portò al collasso del feudalesimo e
annunciò "l'età d'oro dei contadini". I proprietari terrieri non poterono
più costringere i senza terra a lavorare gratis per loro secondo i legami
feudali la carenza di forza lavoro era tale che i contadini potevano
andarsene altrove e pretendere vere retribuzioni. Le morti dovute alla malattia
possono essere state devastanti, ma la vita di coloro che sopravvissero
migliorò notevolmente.
Così, come sarebbe la vita in una Gran Bretagna con meno abitanti?
Immaginate la M25 [una strada di grande comunicazione] senza ingorghi del
traffico, immaginate treni sui quali potreste sempre trovare un posto per
sedervi. Immaginate tutti gli anonomi palazzoni costruiti nel dopoguerra
abbattuti e sostituiti da alberi. Immaginate le case grandi, ora divise in
appartamenti, che ridivengono case come si deve. Immaginate la gente a basso reddito
che scopre le gioie di disporre di stanze da letto, stanze per i giochi e
studi.
Il Green Party ha per molto tempo promosso una minore popolazione in Gran
Bretagna, una delle isole più affollate del mondo. Il Optimum Population Trust,
capeggiato da John Guillebaud, docente di pianificazione familiare
all'University College di Londra, sostiene appassionatamente che si lasci
calare naturalmente la popolazione britannica per i prossimi 150 anni fino al
livello di 100 anni fa 30 milioni di abitanti. Guillebaud ha detto: "La
necessità di una popolazione minore tanto a livello globale quanto nel Regno
Unito è ora indiscutibile l'ambiente sta soffrendo al punto tale da non
consentire un futuro. La prospettiva di un decremento della popolazione è una
novità che preoccupa la gente, ma non dovrebbe". Sempre più economisti e
demografi sono d'accordo. Bob Rowthorn, docente di economia alla Cambridge
University, ha detto: "Non ci sono argomenti credibili contro un calo
della popolazione graduale". Il Centro Giapponese per la Ricerca
Economica, dopo uno studio approfondito, ha concluso: "Le conseguenze
negative del calo della popolazione possono essere evitate. Una crescente
scarsità di forza lavoro incentiverebbe un impiego più efficiente delle
risorse, deviando la crescita economica da uno schema basato sull'immissione di
elementi provenienti dall'esterno a uno basato su un incremento
dell'efficienza".
In altre parole, invece di spingere in modo pasticciato ed ottuso
l'economia incrementando la popolazione, si prepara ciascuno e si meccanizza di
più -meno gente che lavora più intelligentemente. I problemi della Scozia non
sono costituiti dalla popolazione che cala, ma dal fatto che la gente di valore
se ne va altrove perché i lavori buoni non sono là. Portarvi semplicemente più
gente, non fa nulla per affrontare i problemi di base.
Tutti gli argomenti contro il calo graduale della popolazione sono basati
su falsi presupposti o su modi di pensare ottocenteschi - quando non
addirittura totalitari. Le argomentazioni che parlano di mercati al collasso
presumono che noi si viva in una economia chiusa, laddove l'economia dipende
sempre più sul commercio internazionale. Studi condotti dall'OECD mostrano che
non esiste correlazione tra le dimensioni della popolazione ed il PIL
pro-capite. Se popolazioni numerose creano ricchezza, allora i Paesi più
popolosi del mondo, la Cina e l'India, sarebbero i più ricchi, non sarebbero
tra i più poveri. Molti Paesi con popolazione ridotta, quali la Norvegia e la
Svizzera, sono molto ricche. L'Irlanda, con soli quattro milioni di abitanti,
ha superato i 60 milioni di persone della Gran Bretagna per quanto riguarda PIL
pro-capite. Il membro di gran lunga più piccolo dell'Unione Europea, il
Lussemburgo, è anche di gran lunga il più ricco.
Un tempo, gli Stati avevano necessità di popolazioni numerose per disporre
di forza militare in un mondo ostile: grandi quantità di persone significavano
grandi eserciti. Le donne, nella Gran Bretagna vittoriana, venivano incitate a
giacere pensando all'Inghilterra, così da poter aiutare a sostenere un impero
esageratamente esteso. Le donne nell'Unione Sovietica e nella Germania nazista
venivano incitate a figliare per promuovere la potenza della propria Nazione.
Ma con le armi satellitari, gli eserciti di grandi dimensioni non hanno peso;
con i trattati di pace internazionali, essere piccoli non significa più essere
vulnerabili.
Ai dirigenti politici piacciono ancora le popolazioni numerose perché
rafforzano il loro prestigio e la loro forza negoziale. Ciò non si può notare
così bene come a livello locale - per esempio, il Quebec sta promuovendo la
crescita della popolazione come forma di guerra demografica contro il Canada
anglofono. I dirigenti degli stati del Mid-west degli Stati Uniti. con le loro
popolazioni in calo, vogliono invertire la tendenza in modo da poter divenire
più importanti nel contesto nazionale.
La stessa cosa vale a livello internazionale. Il Canada ha un programma
esplicito di rapida crescita demografica per potere contrastare il suo
prepotente vicino. I dirigenti australiani vogliono più cittadini in modo da
potere contrastare le vaste popolazioni dell'India, della Cina, dell'Indonesia
e della Malesia.
Una Gran Bretagna con trenta milioni di persone sarà in grado di mantenere
il suo posto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, o la sua influenza
nell'Unione Europea? I politici britannici possono preoccuparsene, ma i loro
elettori probabilmente preferirebbero case più ampie, strade libere e più
ambienti naturali.
Da Hitler a Stalin a Jack McConnell, non dovreste mai fidarvi di un
politico che tenta di applicare l'ingegneria demografica alla propria gente.
Invece di giacere pensando al proprio Paese, le donne dovrebbero pensare al
proprio Paese prendendo la pillola.