|
|
22-12-2004
Al
presidente della Regione autonoma della Sardegna, Dr. Renato Soru
P. C.
Capigruppo consiliari, Regione Autonoma della Sardegna
Oggetto: Legge Regionale n.8 del 25.11.2004
Egregio signor Presidente,
L’Associazione ASPO - Italia da noi rappresentata, sezione italiana
dell’Associazione internazionale ASPO (Association for the Study of Peak Oil),
conta esperti nazionali di molte discipline che coprono, tra l’altro, la
dinamica delle fonti energetiche fossili, i sistemi di produzione,
immagazzinamento e trasmissione dell’energia, le fonti di energetiche
rinnovabili, la dinamica del clima e degli ecosistemi. L’associazione lavora in
concerto con i maggiori esperti internazionali del settore e si occupa di
studiare l’esaurimento progressivo delle fonti fossili come pure di individuare
e promuovere a livello scientifico e culturale le tecnologie di sostituzione
dei combustibili fossili con fonti energetiche rinnovabili.
E’ in questa prospettiva che intendiamo con la presente rimettere alla Sua
alta considerazione alcune osservazioni sulla Legge Regionale di cui
all’oggetto.
Nell’impianto condivisibile della Legge suddetta, intesa a mettere ordine
in un sistema paesaggistico troppo a lungo e troppo profondamente ferito dalla
sconsiderata azione dell’uomo, per altro senza che da essa ne derivassero
uguali vantaggi per la comunità isolana, notiamo con profonda preoccupazione
l’imposizione di misure fortemente restrittive per gli impianti di produzione
di energia da fonte eolica (Art. 8, comma 3), estese all’intero territorio
regionale. Secondo l’analisi della nostra associazione, riteniamo infatti che:
·
La
fonte eolica è oggi quella che permette più vantaggiosamente la sostituzione di
una frazione importante delle fonti fossili con una fonte autenticamente
rinnovabile;
·
La
dipendenza del nostro Paese dalle fonti energetiche fossili e dalle importazioni
di energia (prodotta ancora con fonti convenzionali o nucleari) è quasi totale;
·
L’aumento
del prezzo del petrolio in primo luogo, e anche del gas naturale, che riteniamo
non possa arrestarsi in un futuro prevedibile, determinano gravissime difficoltà
all’economia nazionale;
·
L’esigenza
di sostituire il petrolio e le altre fonti fossili con fonti rinnovabili è
ormai indifferibile alla luce dei cambiamenti climatici e degli enormi pericoli
ad essi associati, ed è oggi prescritta a livello internazionale dal Protocollo
di Kyoto;
·
L’alta
probabilità che si stia attraversando proprio in questi anni il picco storico
di produzione del petrolio, seguito da una discesa della produzione stessa,
pone rischi gravissimi per la stabilità economica, politica e sociale a tutti i
livelli;
·
La
sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili può oggi essere
affrontata soltanto con l’apporto di diverse tecnologie, tra cui quella di
generazione di energia da fonte eolica rappresenta allo stato la più
promettente su grande scala;
·
L’asimmetria
del divieto imposto agli impianti eolici, esteso a tutto il territorio
regionale e, in sostanza, perfino agli impianti già autorizzati, è gravida di
conseguenze molto gravi, sia nel merito della produzione energetica da fonti
rinnovabili per la Sardegna (che dipende in larga misura dal carbone, sostanza
fortemente inquinante per il clima), sia nel quadro nazionale per quanto
attiene in particolare al rispetto dei limiti di emissione imposti dal
Protocollo di Kyoto, come anche per la sfiducia che senz’altro indurrà negli
operatori del settore, nazionali e internazionali, esponendo ancora di più il
Paese al rischio-petrolio;
·
Mentre
è comprensibile e condivisibile imporre, nelle more del PPR, i divieti alla
edificabilità e agli interventi nelle immediate prossimità della linea di
costa, non si comprende la necessità di una decisone di così grande e,
riteniamo, deleteria portata in merito agli impianti eolici:
o
Può
essere eventualmente fissato un tetto alla potenza complessivamente installata,
da fissare separatamente da parte della Amministrazione da Lei guidata;
o
Possono
essere richieste ulteriori misure di salvaguardia, quale la Valutazione di
Impatto Ambientale, per gli impianti non ancora autorizzati;
o
Possono
essere introdotte e imposte forme di socializzazione dei profitti prodotti
dagli impianti e parchi eolici, a vantaggio delle comunità locali e della
comunità regionale nel suo complesso, per le quali, grazie alla ampia capacità
produttiva offerta dal clima regionale, riteniamo esistano ampi margini;
o
Possono
essere richiesti contributi statali anche consistenti, legati agli obiettivi
produttivi e in particolare di risparmio di emissioni in atmosfera di sostanze
dannose per il clima, alla luce dei vincoli imposti dal Protocollo di Kyoto al
nostro Paese.
La preghiamo quindi di rivedere la menzionata norma della Legge, prima che
l’effetto di sfiducia indotto nel mercato e negli operatori, che non si
limiterà alla Regione Sardegna, sia irreversibile e le sue conseguenze
inarrestabili.
Con Ossequio
Prof.
Ugo Bardi
Presidente
ASPO - ITALIA
Membri dell’associazione ASPO-Italia che hanno aderito a questa lettera
Toufic El Asmar
Luisella Berti
Armando Boccone
Stefano Caporali
David Chiaramonti
Pierluigi di Pietro
Carlo Giolli
Andrea Giorgetti
Francesco Grazzi
Alessandro Lavacchi
Leonardo Libero
Dante Lucco
Terenzio Longobardi
Guglielmo Magri
Giovanni Marocchi
Emilio Martines
Luca Mercalli
Francesco Meneguzzo
Marco Palombo
Giacomo Paoli
Luca Pardi
Ilaria Perissi
Corrado Petri
Alessandro Scrivani
Mauro Traversi
Luca Vecchiato