CATASTROFISTI E ABBONDANTISTI: LA STORIA DELLA SCOMMESSA FRA PAUL EHRLICH E JULIAN SIMON

 

Di Ugo Bardi, Luglio 2004

www.aspoitalia.net

bardi@unifi.it

 

 

Continua senza soste la polemica fra quelli che sostengono che le risorse planetarie si stanno esaurendo (comunemente chiamati “catastrofisti”) e quelli che invece sostengono che non esiste nessun problema di esaurimento, ne’ ora ne nel futuro prevedibile. Questi ultimi li possiamo chiamare “abbondantisti,” ma sono noti anche a volte nella letteratura in inglese come ”cornucopisti. ” Dato però che quest’ultimo termine potrebbe suonare un po’ offensivo in italiano, non lo utilizzeremo qui.

E’ difficile trovare ragionamenti pacati su questa faccenda che, logica vorrebbe, dovrebbe basarsi su una disamina oggettiva della situazione delle risorse e delle tendenze di consumo. Viceversa, spesso il dibattito si basa su dati insufficienti (o peggio, falsi e inventati). Dato che siamo a parlare di qualcosa che riguarda la nostra stessa esistenza fisica, è ovvio che fattori di tipo emozionale (“viscerali” per usare un termine comune) sono molto importanti. In questo caso, si tendono a usare aneddoti piuttosto che dati completi.

Uno degli aneddoti che va per la maggiore nella disputa è la scommessa fatta fra Paul  Ehrlich e Julian Simon. Questi due potrebbero essere eletti a rappresentanti tipici – addirittura estremi – dei rispettivi campi, ovvero catastrofisti e abbondantisti. Paul Ehrlich, biologo di formazione, ha scritto “La bomba della popolazione” nel 1968 e piu’ tardi “La fine dell’affluenza”. In entrambi questi libri, prevedeva catastrofi planetarie a breve scadenza, carestie, impoverimento, riduzione della popolazione eccetera. Julian Simon, economista in origine, invece, è noto fra le altre cose per ilsuo libro “Il fattore Umano”del 1981 dove sosteneva, fra le altre cose, che “non esiste alcun limite significativo alla nostra capacità di crescere all’infinito”. In un altra frase nel libro, diceva “Le nostre disponibilità di energia sono non-finite” il che nel contesto si deve interpretare come “infinite” (più abbondantista di questo qui…..)

Nel 1980, Simon offrì a Ehrlic di scommettere sul prezzo di 5 metalli a sua scelta su una distanza di 10 anni per un totale di 1000 dollari. Tenendo conto dell’Inflazione, se il prezzo fosse aumentato, Simon avrebbe pagato la differenza a Ehrlich. Se invece fosse diminuito, sarebbe stato Ehrlich a pagare la differenza a Simon. Ehrlich, insieme con due suoi colleghi, scelse cinque metalli: rame, cromo, nichel, stagno e tungsteno e accettò la scommessa, sembra con un certo entusiasmo dicendo: “Io e i miei colleghi John P. Holdren, John Harte  accettiamo tutti insieme l’offerta stupefacente di Simon prima che altra gente avida si aggreghi”. Evidentemente Ehrlich pensava di vincere facilmente ma, come succede spesso nelle scommesse, i prezzi andarono in una direzione completamente diversa da quella che lui si aspettava: A dieci anni di distanza, Ehrlich si ritrovò a dover pagare (e pagò regolarmente) piu di cinquecento dollari, ovvero $576.07.

La vittoria di Simon su Ehrlich ha avuto molta risonanza. Oggi (2004) cercando su Google la combinazione di Simon, Ehrlich e “bet” si trovano circa 3400 riferimenti a quella famosa scommessa. Non è poco! La maggioranza dei commenti che possiamo trovare sul web, arriva da abbondantisti che si fanno forti del risultato della scommessa per rinforzare le loro tesi. Ma, a parte l’entusiasmo di quelli che hanno già una loro fede, che cosa prova veramente la scommessa? E’ possible che il fatto che il sig. Ehrlich abbia pagato 500 dollari al sig. Simon abbia qualcosa a che vedere con il destino dell’intera civiltà?

Di certo non ha molto significato trarre conclusioni da due punti particolari della curva dei prezzi. Sarebbe un po’ come pretendere di ricostruire l’immagine di un puzzle da 1000 pezzi partendo da due soli tasselli. Per capire com’è la tendenza, si tratta piuttosto di vedere come sono variati i prezzi dei minerali durante un periodo di tempo abbastanza lungo. Vediamo allora un dato di questo genere che riguarda la i prezzi della somma di un pacchetto base di “commodities,” ovvero materie prime.

 

 

 

Vediamo un andamento oscillante con una periodicità approssimativamente trentennale. Il netto picco dei prezzi verso il 1980 corrisponde alla grande crisi del petrolio cominciata nel 1973, e questo probabilmente non è un caso. Dopo aver raggiunto un minimo verso il 2000, i prezzi hanno oggi ricominciato ad aumentare e sembrano diretti verso un nuovo massimo, anche questo forse correlato all’aumento dei prezzi del petrolio degli ultimi anni.

Dai dati del grafico vediamo che Ehrlich non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per fare la sua scommessa. Era andato a scommettere sull’aumento dei prezzi proprio nel momento storico in cui i prezzi erano a un loro massimo! Se avesse scommesso per il periodo 1970-1980, invece che per il periodo 1980-1990, sarebbe stato Simon a dover pagare!

Ma, come si diceva, vediamo dalla figura che la variazione dei prezzi in due momenti particolari a 10 anni di distanza non ha nessun valore e non dimostra niente. Sono cose aneddotiche, magari anche divertenti, ma niente di più. Stupisce perciò che persone serie, quali presumiamo fossero Ehrlich e Simon, potessero impegnarsi in una ripicca del genere. Stupisce anche che migliaia di persone si siano sentite di commentare questa storia su internet magnificando la gloriosa vittoria di Simon su Erlich.

Ma, a parte la scalogna evidente di Ehrlich, cosa possiamo dire sulle tendenze generali dei prezzi delle materie prime? La figura di cui sopra sembrerebbe indicare soltanto oscillazioni. Non la possiamo utilizzare né per dare ragione ai catastrofisti, ne’ agli abbondantisti. Sembrerebbe che un periodo di un’ottantina di anni sia ancora troppo poco per stabilire una tendenza precisa. Può darsi che bisognerà aspettare ancora svariati decenni, quando averemo concluso quello che si configura come un vero e proprio “ciclo planetario” a lungo termine di estrazione delle materie prime, come pure un ciclo, altrettanto planetario, di crescita è – forse – di stabilizzazione o declino della popolazione umana. Solo allora potremo dirimere la questione; chi vivrà, vedrà.

 Comunque, rimane una sana regola quella di non dare retta a gente che misura due punti e ne tira fuori un intero grafico.

 

 

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