Di Ugo Bardi
febbraio 2005
L’ASPO internazionale nasce e vive con una persona specifica: Colin
Campbell. La carriera di Campbell è una storia che potrebbe essere la base di
un romanzo; come lo è stata la vita di molti altri geologi del petrolio che
hanno vissuto il periodo burrascoso della seconda metà del ventesimo secolo. I
geologi di quella generazione sono stati l’equivalente moderno degli
esploratori di una volta; gente abituata alle sfide, che non si ferma davanti
alle difficoltà.
Così è stato per Campbell. Accademico, esploratore e uomo di affari allo
stesso tempo, ha studiato a Oxford, ha lavorato per l’università, per la
Texaco, BP e Amoco; esplorando in posti come il Borneo, Sarawak, Trinidad,
Nuova Guinea, Ecuador e altri. E’ stato dirigente della Shenandoah Oil, Amoco,
Fina, e vice presidente della compagnia Nordic, nonchè molte altre cose in una
lunga e complessa carriera.
Una volta andato in pensione, nei primi anni ’90, Campbell non si è fermato
di certo. Aveva delle cose che voleva dire; cose non facili da dire, ma le ha
dette e le ha dette a voce alta. Nella sua esperienza di geologo professionale
aveva avuto modo di avere dati di prima mano sull’effettiva consistenza delle
risorse petrolifere mondiali. Aveva anche studiato la teoria di M. King Hubbert
che descrive l’andamento dell’estrazione di una risorsa esauribile. Già nei
primi anni 1990, Campbell aveva in mano dati e previsioni che dipingevano un
quadro del futuro ben diverso da quello ottimista della crescita economica
senza fine. Il suo primo articolo dove appare nel titolo la parola
“esaurimento” risale al 1990. Molti altri seguiranno, come pure il suo primo
libro “The coming oil Crisis” (La crisi del petrolio imminente) del 1997.
Nel 1998, Campbell e il suo collega Jean Laherrere uscivano con un articolo
sulla prestigiosa rivista “Scientific American” intitolato “La fine del
petrolio a buon mercato”. La rivista non era nuova a pubblicare su questo
argomento, nel 1971 aveva pubblicato un articolo del “maestro” del petrolio M.
King Hubbert che già all’epoca stimava i limiti delle risorse planetarie.
L’articolo di Campbell e Laherrere era un passo avanti dato che era basato su
dati aggiornati e prevedeva il famigerato “picco del petrolio” per il 2005,
circa; un dato che potrebbe rivelarsi esatto.
L’articolo del 1998 ebbe ancora una risonanza modesta. Arrivava nel pieno
dell’entusiasmo della bolla economica dell’internet e della “nuova economia”
(che, peraltro, cominciavano già a dare sintomi di crollo). Fra le altre cose,
arrivava proprio in corrispondenza di un minimo storico nei prezzi del greggio
che si erano abbassati fino a quasi 10 dollari al barile; un livello
paragonabile a quello dell’ “età dell’oro” del petrolio, prima delle grandi
crisi degli anni 1970. Era stato questo abbassamento dei prezzi che aveva
portato la rivista “The Economist” a fare la sua famosa, e clamorosamente
sbagliata, predizione che “il petrolio a 5 dollari al barile potrebbe essere
dietro l’angolo”.
Tuttavia, il 1998 è stato l’anno dell’inizio del cambiamento. Da allora, il
prezzo del petrolio ha iniziato una salita inarrestabile che l’ha portato a
raggiungere i livelli attuali di oltre 50 dollari al barile. L’intuizione di
Campbell e di Laherrere era stata giusta e il picco globale potrebbe essere,
davvero, dietro l’angolo.
L’associazione ASPO ha origine nel 2001, quando l’istituto federale per le
scienze geologiche tedesco (BGR) concesse a Colin Campbell un supporto
finanziario per cominciare. Questo fece si che i Norvegesi si accodassero.
Successivamente il professor Kjell Aleklett dell’Università di Uppsala in
Svezia organizzò il primo seminario dell’ASPO, a Uppsala nel 2002. Da allora,
molti scienziati di valore sono entrati a far parte dell’ASPO, che ha
organizzato due conferenze internazionali plenarie, una a Parigi nel 2003 e una
a Berlino nel 2004, con la prossima programmata per il 2005 a Lisbona. Il sito
web dell’ASPO è a www.peakoil.net e
attrae enorme interesse.
L’ASPO rimane al momento un’organizzazione soltanto europea. L’adesione avviene
per cooptazione ed è basata sull’accordo del nucleo dei membri originari sul
valore scientifico dei nuovi membri proposti. Al momento (2005), esistono
capitoli locali dell’ASPO in Portogallo, Irlanda, e Spagna
In Italia, la questione del picco del petrolio è stata piuttosto lenta ad
attrarre l’attenzione. Il primo membro del gruppo ASPO è stato Alberto di Fazio
del CNR di Roma, che ha partecipato al primo workshop dell’associazione a
Uppsala. Il secondo, che per il momento completa il gruppo dei nostri
connazionali nell’ASPO internazionale è stato Ugo Bardi, dell’università di
Firenze, che è entrato nell’associazione nel 2003, dopo aver pubblicato alcuni
studi sulla dinamica del consumo delle risorse.
Nel 2004, Ugo Bardi ha fondato la sezione italiana dell’ASPO, denominata
ASPO-Italia. Si tratta per il momento di un’associazione informale che comunque
già raccoglie un numero di prestigiosi esperti italiani in campo energetico.
ASPO-Italia sembra differire un po’ dall’associazione madre, ASPO
internazionale, per la sua enfasi sulle soluzioni – intese soprattutto come
energie rinnovabili – piuttosto che sui problemi (che, d’altra parte, non
trascura). Il sito dell’associazione si trova a www.aspoitalia.net e il forum della
stessa a www.groups.yahoo.com/petrolio.
Colin Campbell ha sostenuto più di una volta che il lavoro dell’ASPO è
destinato a seguire la stessa “curva a campana” che la teoria di Hubbert
prevede per l’estrazione del petrolio. Ovvero, lo scopo dell’associazione si
esaurirà quando avrà svolto il proprio compito di allertare in tempo il mondo
sull’imminente declino del petrolio; la risorsa principale sui cui si basa un’intera
civilizzazione. Evidentemente, non tutti hanno ancora capito la situazione e
forse per questo che l’ASPO è in un momento di attività febbrile in cui sta
acquisendo una notorietà internazionale che potrebbe divenire forse pari a
quella dell’IPCC (il gruppo di scienziati che studiano il cambiamento climatico
globale). Come sempre, il primo passo per risolvere un problema consiste nel
riconoscerne l’esistenza. Su questo punto per quanto riguarda il petrolio,
l’ASPO sta dando un contributo fondamentale che è il primo passo per una
soluzione futura che potrebbe essere basata sulle energie rinnovabili.
Qui di
seguito, elenchiamo i membri dell’ASPO internazionale in un elenco aggiornato
al Febbraio 2005.
Paese |
Membro |
Istituzione |
|
|
Dipl.-Ing. H. Fechner |
Österreichisches Forschungs- und Prüfzentrum Arsenal Ges.m.b.H. |
fechner.h@arsenal.ac.at
|
|
Prof. Pertti Sarkomaa |
|
Pertti.Sarkomaa@lut.fi |
|
Mr Pierre-Rene Bauquis |
Institut Francais du Petrole |
pr_bauquis@hotmail.com |
|
Mr Jean H. Laherrère |
Association Francaise des Techniciens du Petrole |
jean.laherrere@wanadoo.fr |
|
Dr Klaus Illum |
Danish Association of Civil Engineers |
illum@post1.tele.dk |
|
Dr Peter Gerling |
Bundesanstalt fuer Geowissenshaften und Rohstoffe |
|
|
Prof. Dr Wolfgang Blendinger |
|
|
|
Dr Werner Zittel |
L-B Systemstechnik, Munchen |
zittel@lbst.de |
|
Dr Colin .J.Campbell |
Oil Depletion Analysis Centre |
aspoone@eircom.net |
|
Dr Colin Sage |
|
|
|
Mr Paul Kellett |
SEI
(Sustainable Energy |
|
|
Dr Ugo Bardi |
Universita di Firenze |
|
Italy |
Dr Alberto DiFazio |
National Institute of Astrophysics |
difazio@oarhp1.rm.astro.it |
Netherlands |
Dr Ipo Ritsema |
Netherlands Institute for Applied Geosciences TNO , National Geological Survey |
i.ritsema@nitg.tno.nl
|
Norway |
Mr Oystein Kristiansen |
Norwegian Petroleum Directorate |
|
|
Dr Jan Karlsen |
Rogaland Research |
firmapost@rf.no |
|
Prof. Rui Rosa |
Geophysics Centre, Evora |
|
|
Dr Manuel Collares-Pereira |
Physics
Department, |
collares.pereira@mail.ineti.pt |
|
Prof. Mariano Marzo |
Facultat de Geologia, Universidad de Barcelona |
mariano@natura.geo.ub.es |
|
Prof. Kjell Aleklett |
Dept.
of Radiation Sciences, |
|
|
Dr Dieter Kuhn |
SES (Swiss Energy Foundation) |
|
|
Dr Rudolph Rechsteiner |
SES & Member of Parliament |
|
|
Dr Roger. W. Bentley |
Dept.
of Cybernetics, |
|
|
Dr David Falvey |
Executive Director, British Geological Survey |
dfalvey@bgs.ac.uk |
|
Prof. Ian Fells |
|
ian@fellsassociates.com |